Fuori di segno: writing e rap per l’integrazione sociale

Salute Mentale
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“A me piace la diversità, e anche la diversione, io voglio la facoltà di esprimere un’opinione, stop stop clone genera diversità”.

Questa frase, tratta dalla canzone scritta da ragazze e ragazzi che hanno partecipato al percorso, riassume alla perfezione ciò che il progetto Fuori di Segno significa per chi ha partecipato e per chi è stato coinvolto, anche esternamente, in questo progetto.

Fuori di Segno è un progetto nato da un’idea di Seriana 2ooo  e realizzato presso il Cag Olmi, in collaborazione con Azione Solidale.

Lo scopo del progetto è quello di aiutare ragazzi fragili ad esprimersi tramite l’arte: il writing e la produzione di una canzone rap.

Fuori di segno si è concluso con un evento finale il 25 giugno 2021 presso il Centro Giovani Ponti durante il quale è stata la presentato il brano “Genera Diversità” scritta dai ragazzi con l’aiuto di educatori e tecnici che li hanno assistiti nella stesura del testo, nella scelta della musica e nella registrazione.

Oltre la canzone si è svolta anche la mostra di street art con i progetti dei ragazzi coinvolti coadiuvati da writers di professione che li hanno indirizzati sul lavoro da fare.

Shareradio era presente all’evento e ha raccolto le voci dei protagonisti che hanno raccontato e condiviso le loro opinioni e le loro impressioni su ciò che avevano svolto.

Il 23 Luglio, presso la sede Shareradio di via Borsieri a Milano, i due Conduttori Paolo Musto e Anais Poirot Gorse hanno intervistato il primario di Psichiatria dell’ASST santi Carlo e Paolo, il dott. Paolo Miragoli e Serena Ferrario, tecnico della riabilitazione psichiatrica presso Seriana 2000.

Durante la diretta ci siamo confrontati sull’evento Fuori di Segno, ma soprattutto abbiamo condiviso le problematiche e i disturbi che hanno afflitto i giovani durante il durissimo periodo di Lockdown. Miragoli in particolare ha posto l’accento sull’importanza dei servizi territoriali, depauperati negli ultimi anni, che possono garantire una relazione efficace con le fragilità senza necessariamente passare dall’ospedalizzazione.

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