Rioccupata la BASE DI SOLIDARIETÀ POPOLARE

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Shareradio
Diritti civili
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Era finita con nove arresti l’operazione #robinHood in Giambellino. Nove militanti del Comitato. E poi c’erano stati i sequestri preventivi degli appartamenti occupati e di quella che era da mesi la sede del Comitato, luogo dove si svolgevano attività sociali gratuite quali doposcuola, momenti ludici, pranzi e cene aperte al martoriato Quartiere.

Il corteo nato in risposta il giorno degli arresti, raccontato in diretta sul Canale Telegram di Shareradio, aveva percorso le strade del Giambellino e si era concluso proprio davanti al civico 4 di via Manzano dove, prima del sequestro, era attiva la sede del Comitato, quello spazio che i militanti chiamano Base di Solidarietà Popolare e che fin da subito è stato erroneamente additato come “Centro Sociale” travisando la natura politica di quel presidio.

Il corteo si era fermato lì con non poche, seppur leggere, “frizioni interne”. C’era chi voleva riprendersi subito lo spazio, come segno deciso in risposta alle misure repressive. C’era chi cercava di spiegare il motivo per il quale, quella sera, non era il momento giusto per operare un’azione di tale portata. Un’azione che, ricordiamo ai lettori, quantomeno, ha il suo peso penale visto che per questo gesto, la rottura dei Sigilli, si vien puniti con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da centotre euro a milletrentadue euro.

Ovviamente i Carabinieri che quel giorno apposero tali sigilli lo hanno fatto apposta, allineandosi a una prassi ormai discretamente comune dopo gli sgomberi per evitare che gli occupanti riprendano possesso del luogo, spaventati dalle conseguenze, gravi, che ne scaturirebbero.

Il Comitato commenta il gesto politico dichiarando che “questo succede alla legge quando diventa solo legge dei rapporti di forza. La nostra azione è giusta e ce lo confermano i sorrisi dei bimbi e gli abbracci degli abitanti del quartiere – concludendo poi, in un post su Facebook – lunga vita alla base di solidarietà popolare! Lunga vita al comitato del giambellino e a tutti i comitati di lotta popolare!“.

Ovviamente Shareradio continuerà, come progetto sociale d’informazione nato dal basso, a coprire gli eventuali sviluppi della vicenda. Dalle periferie per la metropoli.

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