“Venne la repubblica e ci spedì per il mondo a spaccarci la schiena per un tozzo di pane. Avevano bisogno di braccia e spopolarono i nostri monti, con la forza o allettandoci col denaro e il miraggio di una vita migliore.
Noi eravamo persone normali solo sui nostri monti, fuori da lì diventavamo belve in cattività, un animale selvatico impazzito, cosa si aspettavano di addomesticarlo?
Ci hanno cercati, non siamo andati noi a chiamarli.
Noi stavamo bene con la nostra fame, le nostre malattie, la nostra arretratezza, non volevamo aiuti. Sono venuti nei nostri pascoli ad attaccare cartelli, divieti di caccia, divieto di pesca, divieto di pascolo, tutto divenne divieto.
Perchè un popolo non può scegliersi il futuro e vivere come crede, sulla propria terra?
Non volevamo la loro integrazione, il loro progresso, la loro lingua, i loro soldi. Loro hanno aperto le porte al demone”.
Gioacchino Criaco che abbiamo incontrato venerdì 4 marzo 2016 al CDE Creta
L’incontro si inserisce nel ciclo “Ne ho diritto” promosso dal gruppo giovani del CDE Creta con il contributo del progetto Time Out.