Attratti dal titolo intrigante, “Satori, la percezione dello spirito“, siamo tornati alla Fondazione Matalon dove è in corso la prima personale in Italia dell’artista e calligrafa giapponese Sisyu.
Tra le circa 40 opere esposte, ci hanno particolarmente colpito le grandi coloratissime tele sulle quali “si proiettano le ombre delle sottili sculture in ferro, che ne riprendono alcuni dettagli e forme, come, ad esempio, nella composizione intitolata Shunga celebrates the pleasure of lovemaking (2018) dove sono rappresentati i corpi di due amanti uniti in un vorticoso abbraccio.”.
Di grande suggestione anche “le sculture calligrafiche sospese che proiettano le loro lunghe ombre sulle pareti dando un valore aggiunto alla tridimensionalità; una grande installazione video, che mette in scena le scritture attraverso suggestivi giochi di luci e ombre, svelano nel complesso la versatilità dell’arte di Sisyu.
Sisyu incorpora la calligrafia giapponese in altre forme d’arte quali la scultura, le arti multimediali e la pittura, riuscendo a trasporre l’antica arte calligrafica in un linguaggio contemporaneo, creando un messaggio capace di raggiungere un pubblico internazionale, senza la necessità di conoscere i caratteri giapponesi e i codici calligrafici. “.
Anche questa volta siamo stati accolti dalla gentilissima Irene Brustia, collaboratrice della Fondazione, alla quale abbiamo chiesto di introdurci brevemente alla mostra che rimarrà aperta fino al 23 giugno, a ingresso libero, dal martedì al sabato, dalkle 10 alle 19ù, in Foro Bonaparte 67, a Milano.